Abbiamo fatto del nostro meglio per peggiorare il mondo.
Ormai sono abituato a soffrire, e forse ne ho la necessità.
Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità.
Il genio purtroppo non parla per bocca sua. Il genio lascia qualche traccia di zampetta come la lepre sulla neve.
L'uomo, l'uomo-artista crede più o meno in buona fede di aspirare alla libertà, ma nel suo profondo la considera come un'ipotesi disastrosa e, per fortuna, inattuabile.
La scienza del cuore non è ancora nata, ciascuno la inventa come vuole.
Tra l'avere la sensazione che il mondo sia una cosa poco seria e il muovercisi dentro perfettamente a proprio agio, esiste la stessa differenza che c'è tra l'avere il senso del comico e l'essere ridicoli.
Una persona non può considerare il mondo una sorta di bordello metafisico per le emozioni.
Il mondo è simile alle donne: con verecondia e con riserbo da lui non si ottiene nulla.
Forse il mondo è una ferita e qualcuno la sta ricucendo in quei due corpi che si mescolano.
Il mondo in sé, non è ragionevole: è tutto ciò che si può dire.
Il mondo si divide in: quelli che mangiano il cioccolato senza il pane; quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane; quelli che non hanno il cioccolato; quelli che non hanno il pane.
Il mondo non si giudica bene se non da chi, dopo esservi stato in mezzo, se ne apparta.
Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere.
Il mondo è semplicemente diviso in due classi: coloro che credono all'incredibile, come il pubblico, e coloro che fanno cose incredibili.
Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà.