Il mondo stesso è il giudizio universale.
Chi non ama la solitudine non ama la libertà, perché non si è liberi che essendo soli.
Se questo mondo fosse popolato da esseri realmente pensanti, sarebbe impossibile che il rumore di ogni genere fosse permesso senza restrizione e abbandonato all'arbitrio, come avviene perfino per i rumori più orribili e nello stesso tempo insensati.
Il modo più giusto di concepire la vita sarà quello di vedere in essa un desengafio, una delusione: tutto, è anche troppo evidente, mira a ciò.
Ciò che uno può essere per un altro ha i suoi limiti, e sono assai stretti: alla fine, ognuno si ritrova solo, e a quel punto ciò che conta è questo: chi sia, allora, a essere solo.
La verità e l'originalità troverebbero più facilmente posto nel mondo se coloro che non sono in grado di produrle non cospirassero di comune accordo per non farle venire alla luce.
Quando verrà la fine del mondo, mi ritirerò a vita privata.
Sono nato per un solo cantuccio, la mia patria è il mondo intero.
Il mondo è semplicemente diviso in due classi: coloro che credono all'incredibile, come il pubblico, e coloro che fanno cose incredibili.
Chi pretende musica invece di miagolio, gioia invece di divertimento, anima invece di denaro, lavoro invece di attività, passione invece di trastullo, per lui questo bel mondo non è una patria.
Se il mondo fosse come lo presenta un certo cinema d'oggi, sarebbe un incredibile bordello.
Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere.
Il mondo è solo una mia rappresentazione.
Il mondo lo considero per quello che è: un palcoscenico dove ciascuno deve recitare una parte, e la mia è una parte triste.
Per cento anni e più il mondo, il nostro mondo, è stato in agonia. E non un uomo, in questi ultimi cento anni, è stato abbastanza pazzo per mettere una bomba nel buco del culo del creato e di farlo saltare in aria.
Il mondo è un cancro che si divora.