Chi macchina sventure per gli altri tende trappole a se stesso.— Esopo
Chi macchina sventure per gli altri tende trappole a se stesso.
Molti, per desiderio di avere sempre di più, perdono anche quello che hanno.
Non si pesano sulla stessa bilancia le offese che si arrecano e quelle che si subiscono.
L'aspetto esteriore è un povero sostituto del valore interiore.
La favola insegna che quelli che tradiscono l'amicizia, anche se riescono a sfuggire alla vendetta delle vittime, per l'impotenza di queste, non possono in ogni caso sfuggire alla punizione del cielo.
Nessun atto di gentilezza, per piccolo che sia, è mai sprecato.
La cattiva sorte ci mostra chi non sono i veri amici.
Degli sciocchi è maestro non il discorso, ma la sventura.
Non esisteva spettacolo più triste sul quale sorgere che quello di un uomo di buone qualità e buoni sentimenti, incapace di indirizzarli, incapace di aiutarsi e di rendersi felice, un uomo sensibile, succube della propria sorte avversa e rassegnato a farsi da essa divorare.
Forse a forza di cattive fortune, il Destino ti tempra a sostenere la buona.
La sfiga è come l'idraulico. Sembra non arrivare ma prima o poi suona alla porta.
La sfortuna generalmente è dovuta a un errore di calcolo.
A Hollywood non c'è posto per la gente pigra o sfortunata. Soprattutto sfortunata.
Mai trovare piacere nella sfortuna altrui.
Ogni sfortuna che ti capita porta in sé il seme della fortuna di domani.
Ma perché dare al sole, perché reggere in vita chi poi di quella consolar convenga? Se la vita è sventura, perché da noi si dura?