Il presente è la sola conoscenza che serve.
Per accogliere una rivelazione, grande o piccola che sia, basta a volte essere docili, termine che indicava in origine la disponibilità a farsi istruire.
In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove.
Bisogna portare la responsabilità delle proprie debolezze.
La grazia non è un'andatura attraente, non è il portamento elevato di certe nostre donne bene in mostra. È la forza sovrumana di affrontare il mondo da soli senza sforzo, sfidarlo a duello tutto intero senza neanche spettinarsi.
Senza certezza di inferiorità manca la spinta a mettersi all'altezza.
Se la mia memoria non riconquista la dolcezza del passato anche io sarò condannato a questo eterno presente.
Il presente non è che il rovescio d'una splendida tappezzeria: quando saremo passati dall'altro lato e la vedremo come storia, allora solo potremo equamente valutarne il merito.
Non c'è passato né futuro in arte. Se un'opera d'arte non può vivere sempre nel presente, non se ne deve assolutamente tener conto.
Non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente.
Il passato è storia, il futuro è un mistero e questo momento è un dono.
Il passato non sta mai fermo un attimo: è mobile come una bandiera in una giornata di vento. Visto con gli occhi del presente, tende continuamente a modificarsi, fino a diventare quello che Sant'Agostino definiva «il presente del passato».
La fotografia rende presente un evento passato.
Non anelare al bene futuro: guarda che nemmeno il presente è sicuro.
Il passato lo padroneggio niente male. È il presente che non capisco.
L'amore è l'esaltazione del tempo presente.