Questa vita si può chiamar vita, se ne togli il piacere?
Quale momento della vita non sarebbe triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso, senza il piacere, e cioè senza un pizzico di follia?
La fortuna ama le persone non troppo sensate.
Affiancare all'uomo la donna, animale, sì, stolto e sciocco, ma deliziosamente spassoso, che nella convivenza addolcisce con un pizzico di follia la malinconica gravità del temperamento maschile.
Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico.
A forza di sterminare animali, si capì che anche sopprimere l'uomo non richiedeva un grande sforzo.
Il piacere è peccato e il peccato è un piacere.
Il piacere di amare senza osar dirlo ha le sue pene, ma anche le sue dolcezze.
Felici quelli che senza nuocere a nessuno sanno procacciarsi il piacere, e insensati gli altri che si immaginano che l'Essere Supremo possa rallegrarsi dei dolori e delle pene e delle astinenze ch'essi gli offrono in sacrificio.
Nessun piacere dura se non è ravvivato dalla varietà.
Indulgere al piacere è l'inizio di tutti i mali.
Un piacere senza rischi piace meno.
Tutti hanno provato il piacere o lo proveranno, ma niuno lo prova. Tutti hanno goduto o godranno, ma niuno gode.
Nelle immersioni sul fondo del piacere rischiamo di prendere più sabbia che perle.
Dopo tutto il piacere è una guida più sicura del diritto o del dovere.
I voraci consumatori di piaceri devono avere i sensi molto inibiti per andar cercando apparati così complicati.