La lode degli altri deve seguirci spontaneamente; noi dobbiamo occuparci della cura di noi stessi.— Epicuro
La lode degli altri deve seguirci spontaneamente; noi dobbiamo occuparci della cura di noi stessi.
Ciò che si dissolve non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.
Il piacere è l'inizio e la fine del vivere felicemente.
Siamo nati una volta, due non è possibile nascere, dovremo eternamente non essere: tu, che non disponi del domani, rinvii l'occasione dell'oggi: e intanto la vita ci sfugge, e ciascuno di noi senza essere mai padrone di un'ora si muore.
La vita di Epicuro, paragonata a quella di altri, sembra una leggenda per la sua mitezza e la sua autosufficienza.
Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha.
Se certe nostre lodi fossero davvero meritate, preferiremmo non farle.
Chi ti loda si incensa.
Le lodi che più piacciono agli uomini sono quelle immeritate perché gli fanno credere di possedere le virtù che non hanno.
Cerca di essere lodato da vivo e considerato beato una volta morto.
Non si ha bisogno di essere lodati quando si è sicuri di sé stessi. Chi ricerca la lode dubita del proprio valore.
La lode arriva solo dopo che la fatica le ha aperto la strada.
Si impiegano le lodi come i soldi: perché ci siano restituite con gli interessi.
Un grande classico è uno scrittore che si può lodare senza averlo letto.
Tutti gli uomini desiderano essere lodati.
Un uomo che viene lodato è un uomo che viene messo in catene.