I ricchi vanno aiutati, abbiamo già troppi poveri.
Vivere è diventato un esercizio burocratico.
Quando la Scienza avrà messo tutto in ordine, toccherà ai poeti mischiare daccapo le carte.
C'è gente che eredita la fede, come eredita i terreni, il casato, i titoli nobiliari, il denaro, una biblioteca e il castello. Fede per censo, ereditaria.
La civiltà del benessere porta con sé proprio l'infelicità.
L'avarizia è la forma più sensuale di castità.
Per molti la ricchezza non ha segnato la fine delle loro miserie, ma solo un cambiamento.
Le ricchezze spropositate sono come un timone smisurato fuor del normale, che fa affondare meglio che servir a dirigere, perché sono inutilmente abbondanti e dannosamente eccessive.
Ostentare ricchezza, potere, sicurezza, salute, attivismo, sono tutti espedienti per esorcizzare l'angoscia del tempo che ci sfugge dalle mani.
Le soddisfazioni della ricchezza non risiedono nel semplice possesso o nelle spese folli, ma nell'usarla in modo saggio.
Ho paura della ricchezza come della felicità. Tutti questi soldi mi scombussolano, mi fanno quasi sentire in colpa. Da un lato ho paura di gettarli via, perché m'è rimasto il ricordo vivissimo di quand'ero povero, dall'altro temo sempre di scoprirmi avaro.
Pecunia non olet. (Il denaro non puzza).
Chi vol essere ricco in un dì è impiccato in un anno.
Una persona intelligente deve dedicarsi ad acquisire quel che è strettamente necessario, per non dipendere da nessuno; ma se, raggiunta questa sicurezza, perde tempo per aumentare la sua ricchezza, è un poveraccio.
La ricchezza può essere buon condimento nel banchetto della vita; ma tristo quel commensale cui essa sia tutt'insieme condimento e vivanda.
È la disgrazia dell'esser ricchi il dover vivere con gente ricca.