Chi è padrone di sé, lo è spesso degli altri.
A forza di prudenza e di cautele si finisce col morire perfezionatissimi, senz'avere punto vissuto.
Giova la parola a nascondere il pensiero, ma anche troppo spesso a nasconderne la mancanza.
La vita riceve gl'impulsi dal bisogno e dall'illusione: cessati questi, essa rivelasi quel ch'è, vuota ed incomportabile.
Il vizio è biasimevole, ma lo è ancor più la mancanza d'ogni virtù.
Chi è padrone di sé non perde niente.
Chi non è padrone di sé trova ben presto un altro padrone.
Fate che il padrone ch'è in voi vi difenda dai padroni che possono essere fuori di voi.
Quando siansi troppo conosciuti i padroni, si comincia a fare qualche stima dei servitori.
Chi non è padrone di sé finisce servo degli altri.
Si può essere padroni di ciò che si fa, ma mai di ciò che si prova.