L'unica cosa migliore del canto è cantare ancor di più.
Perché filosofare quando si può cantare?
Perché filosofeggiare dal momento in cui possiamo cantare?
La canzone è un momento di grande felicità. Non sono d'accordo con i tormenti interiori. Non servono a niente. Io voglio cantare la felicità, anche se non esiste, mi voglio illudere che esista, devo credere che esista.
Se non sai più cosa fare, puoi cantare. E così tu sarai uno in più, con noi.
Come é nobile chi, col cuore triste, vuol cantare ugualmente un canto felice, tra cuori felici.
Non cantare più! Voglio il silenzio per dormire qualsiasi ricordo della voce udita incompresa che fu perduta perché l'ho udita.
Un gallo canta soltanto quando vede la luce. Mettilo nell'oscurità e lui non canterà mai. Io ho visto la luce e sto cantando.
Quando e come ti accorgi di essere bravo a cantare? Quando ti succede spesso che gli altri te lo chiedono.
Ho iniziato a cantare quando ho cominciato a parlare. Parlavo e cantavo. Mi pettinavo e cantavo. A cinque, sei anni aprivo la porta di casa e, se lì davanti c'era un gruppo di ragazzini, io mi mettevo a cantare.
Questi giovanotti di oggi conoscono alla perfezione gli spartiti ma non sanno neppure cosa significa vomitare.