I morti si nutrono di giudizi, i viventi di amore.
I pessimisti non sono noiosi. I pessimisti hanno ragione. I pessimisti sono superflui.
Le sue disperazioni mi suonano troppo puntuali.
Il numero esiguo di pensieri fondamentali fa il filosofo, e l'ostinazione e la molestia con cui egli li ripete.
Le parole non sono troppo vecchie, lo sono soltanto gli uomini che usano le stesse parole troppo spesso.
Il peggio che possa capitare agli uomini in guerra e cioè morire insieme risparmia loro la morte individuale che essi temono più di tutto.
Per uno che viene sepolto vivo ce ne sono cento altri che penzolano sulla terra, pur essendo morti.
Quando gli uomini muoiono, li attendono cose che essi non sperano né suppongono.
La morte non viene una volta sola: quella che ci porta via è l'ultima morte.
Un artista ha la morte sempre con sé, come un bravo prete il suo breviario.
Il problema più importante, quello della morte, è trattato sempre e solo da incompetenti. Non conosciamo il parere di nessun esperto.
Meglio essere vigliacchi per un minuto che morti per il resto della vita!
Essere ricordati dopo morti, è una povera ricompensa per essere trattati con disprezzo mentre stiamo vivendo.
La morte raggiunge anche l'uomo che fugge.
La morte non è così tragica. Tra cent'anni, ciascuno di noi non ci penserà più.
La morte in sé non è una brutta cosa: brutta è la strada che porta alla morte.