Dare un nome alle cose è la grande e seria consolazione concessa agli uomini.
Le religioni storiche mondiali portano nel sangue un presentimento delle insidie della massa. Ciò che esse desiderano è, al contrario, un gregge duttile. È consueto considerare i fedeli come pecore e lodarli per la loro ubbidienza.
L'ignoranza non deve impoverirsi con il sapere. Per ogni risposta deve saltare fuori, lontano e apparentemente non in rapporto con essa una domanda che prima dormiva appiattata. Chi ha molte risposte deve avere ancor più domande.
La letteratura come professione è distruttiva: si deve avere più paura delle parole.
Se vuoi essere felice, non andare sempre fino in fondo. C'è tanto anche in mezzo!
Vile, veramente vile è solo chi ha paura dei suoi ricordi.
Nominare una cosa è conservarle il pieno valore e spogliarla del suo aspetto terrifico.
Un nome qualunque non esiste, per così dire non si dà in natura: ogni nome reca una certa carica di destino.