Non me ne frega niente di come sarò ricordato finché porto gioia ed allegria alla gente.
La variopinta allegrezza della città capitale e residenza imperiale si nutriva molto chiaramente ‐ mio padre l'aveva detto tante volte ‐ del tragico amore dei paesi della Corona per l'Austria: tragico, perché eternamente non ricambiato.
Era allegra perché c'era una persona che l'ammirava (l'ammirazione entusiastica degli altri era quel grasso alle ruote, indispensabile perché la macchina della sua vita si movesse del tutto liberamente).
L'allegria è contagiosa, e riesce sempre ad evitare che le persone si lascino paralizzare dalla depressione, dalla solitudine, e dalle difficoltà.
E d'altronde è questa qui la realtà di questa vita ci si guarda solo fuori ci si accontenta delle impressioni ci si fotte allegramente come se fosse niente darei fuoco a casa tua se mi passasse il mal di dente.
Credo che scappino da me le cose allegre.
L'allegria di prima mattina può essere estremamente dannosa.
Le difficoltà, per superare le quali la mente cerca sostegno, inducono l'allegria, come l'esercizio agevola la digestione.
La mia allegrezza è la malinconia.
Mi erano venuti dei pensieri tetri sul futuro, così lasciai tutto e mi misi a fare un po' di marmellata. È sorprendente come rallegra l'animo di una persona il tritare le arance e spazzare il pavimento.
Il possedere un carattere allegro è sicuramente la più grande fortuna che ci possa essere concessa.