Il parsimonioso è il più ricco degli uomini, l'avaro il più povero.
Bisogna saper fare le sciocchezze che il nostro carattere ci domanda.
I desideri smodati sono fonte di sofferenza, e la felicità della vita comincia solamente dove essi finiscono.
Il variare delle mode è la tassa che l'industria del povero impone alla vanità del ricco.
Esiste un particolare piacere nel coraggio che sa collocarsi al di sopra della ricchezza. Disprezzare il denaro equivale in effetti a detronizzare un re. Ci si prova un bel gusto.
La speranza non è che un ciarlatano che c'inganna senza posa.
Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia.
L'avarizia degli uomini è tanto grande che ciascuno s'ingegna quanto può di prender molto dagli altri e di render poco.
Non importa quanto tardo, avaro o saggio sia un uomo. Egli sa che la felicità è indisputabilmente giusta.
L'avarizia impedirà a un uomo di finire in miseria, ma in genere lo rende troppo pauroso per consentirgli di diventare ricco.
L'avaro ha altrettanto bisogno di ciò che possiede che di quello che non possiede.
Non c'è avaro che non si riproponga di fare, un giorno, una spesa ingente; ma arriva la morte e fa realizzare i suoi progetti all'erede.
L'avaro spende lo stretto necessario: il prodigo, tutto il superfluo.
Avaro. Smodatamente desideroso di conservare ciò che altre brave persone vorrebbero tanto ottenere.
Il più grande piacere per un avaro è la rinuncia a un piacere.
L'avarizia è sempre in punto di morte, tutte le cose per essa si trasformano nel fuscello a cui si attacca nell'angoscia dell'agonia. L'avarizia vede dappertutto il fondo della cassetta, per essa il mondo è logoro fin dall'inizio. È sempre al verde.