Quanti di voi amano Internet più della propria vita?
Consumo davvero troppo caffè. Ma se non fosse per il caffè, non avrei comunque una personalità identificabile.
A volte quando lo guardi negli occhi hai la sensazione che qualcun altro stia guidando.
Si vede, si sente che un po' alla volta, giorno per giorno, New York sta tornando alla normalità. Oggi, per esempio, il sindaco Giuliani ha detto che possiamo ricominciare a farci gestacci l'un l'altro.
L'autunno è la mia stagione preferita a Los Angeles, guardo gli uccelli cambiare colore e cadere dagli alberi.
Io sto solo cercando di fare una macchia sull'inconscio collettivo.
Una nuova idea di politica sta emergendo in una giovane generazione di leader che socializzano attraverso Internet: per loro, categorie significative non sono «destra» e «sinistra», ma «centralizzato e autoritario» e «distribuito e collaborativo». Questo sembra avere un senso.
Se Al Gore ha inventato Internet, io ho inventato il correttore ortogrammico.
Anche nelle stanze di una chat può nascere l'amore vero, se a costruirlo son due cuori che si rispettano e sanno essere sinceri.
Questo è il bello dell'anarchia di Internet. Chiunque ha diritto di manifestare la propria irrilevanza.
Sud e Nord devono poter accedere alle informazioni allo stesso modo, non a velocità diversa, non con zone nelle quali è impossibile collegarsi. Banda larga, diffusione del wi-fi gratuito sono ormai frontiere della competitività, come lo fu la costruzione dell'Autostrada del Sole.
Una volta un tale che doveva fare una ricerca andava in biblioteca, trovava dieci titoli sull'argomento e li leggeva; oggi schiaccia un bottone del suo computer, riceve una bibliografia di diecimila titoli, e rinuncia.
Il professionista dell'informazione si prende una vacanza salgariana. Internet come i mari della Malesia, pieni di pirati, misteriosi gorghi e belle prigioniere.
In chat si può essere chiunque e il suo contrario, non si sentono i giudizi degli altri, non c'è morale (se non la netiquette prevista), non ci sono silenzi, e non c'è lo spettro più terribile: la solitudine.
Impara a respirare con le branchie Google!
La sfida non deve essere come 'usare' bene la rete, come spesso si crede, ma come 'vivere' bene al tempo della rete.