La vita è pienamente godibile solo se illuminata da un significato superiore.
Chi non capisce ha torto.
La memoria storica è conoscenza, è pietas, è ricerca dei significati e della loro gerarchia, e la sua perdita significa imbecillità.
La risposta tracotante è peggiore anche di una domanda sbagliata, perché ne esaspera, con la sua sicumera, gli errori di impostazione.
La morte non esiste. E' solo un invertitore, una macchina che rovescia semplicemente la vita come un guanto, ma basta far scorrere il tempo in senso inverso e si recupera tutto.
La realtà c'è, è là, inconfutabile.
A volte succedono cose strane, un incontro, un sospiro, un alito di vento che suggerisce nuove avventure della mente e del cuore. Il resto arriva da solo, nell'intimità dei misteri del mondo.
Ritengo che non vi è vita e azione possibile se non si ha fiducia nella durata e nella possibile validità dei nostri atti.
La vita è così... normale, prima che accada qualcosa.
L'abbondanza delle soluzioni agli aspetti dell'esistenza è pari solo alla loro futilità.
Apparentemente, la dignità della vita umana non era prevista nel piano della globalizzazione.
I film raccontano i drammi degli uomini.
Tu che non sai come la vita sia molto più del tempo che passa fra il momento in cui si nasce e il momento in cui si muore, su questo pianeta dove gli uomini fanno miracoli per salvare un moribondo e le creature sane le ammazzano a cento, mille, un milione per volta.
La vita quotidiana è così affidata al caso ch'io non solo ne ho paura ma anche ribrezzo.
Il saggio vivrà quanto deve, non quanto può. Osserverà dove gli toccherà vivere, con chi, in che modo e che cosa dovrà fare. Egli bada sempre alla qualità della vita, non alla lunghezza.
Vi sono cose in noi che divengono sempre maggiori e più insistenti, e finiscono con l'avere tutta la nostra attenzione attiva. Molte volte la vita è come un velo immenso che copra a metà la nostra anima. Che cosa avviene sopra quel velo?