La poesia è anche e forse soprattutto lettura del grande libro della natura.
La cultura del «parliamone» rischia talvolta di tradursi in una verbosa retorica, in un'involontaria e involontariamente comica parodia della democrazia.
Si è felici accanto alle persone che fanno sentire l'indubitabile presenza del mondo, così come un corpo amato dà la certezza di quelle spalle, di quel sesso, di quella curva dei fianchi e della loro onda che regge come un mare.
Il primo dovere di ogni pensiero è quello di affrontare il groviglio di valori e disvalori di cui s'intesse, nella sua grandezza e nel suo cinismo, la storia. La semplificazione ottiene l'effetto opposto.
Una risata slarga e riscalda il cuore, ha la fraternità della preghiera; chi sa ridere di ciò che rispetta e amare ciò di cui ride, incluso in primo luogo se stesso, è un giusto.
Essere retorici, ossia essere falsi.
Non disprezzate la poesia. È pur sempre un ottimo modo di esercitare la memoria.
Per la poesia la giovinezza non basta: la fanciullezza ci vuole!
Conviene al poeta ch'egli stesso sia casto e pio, ma non occorre che tali siano i suoi versi.
Nella poesia v'è una somma utilità, e gioia e nobiltà, sì che colui che ne è privo non può considerarsi educato liberalmente.
La poesia non è un modo di esprimere un'opinione. È un canto che sale da una ferita sanguinante o da labbra sorridenti.
Il più sublime lavoro della poesia è alle cose insensate dare senso e passione.
Rimuginare il male senza osare mai compierlo. È così che si formano le vocazioni alla poesia.
La poesia, non ad altro intonata che a poesia, è quella che migliora e rigenera l'umanità, escludendone, non di proposito il male, ma naturalmente l'impoetico.
La poesia è un modo di prendere la vita alla gola.
Devo combattere con le mie lacrime, mica con una poesia.