La guerra va incontro a tutte le esigenze, anche a quelle pacifiche.
La verità riesce ad imporsi solo nella misura in cui noi la imponiamo.
Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio.
Rivoltatela come più vi pare, prima viene lo stomaco, poi viene la morale.
Scopo della scienza non è tanto quello di aprire una porta all'infinito sapere, quanto quello di porre una barriera all'infinita ignoranza.
Nessuno può essere buono a lungo se non c'è richiesta di bontà.
In guerra le considerazioni morali contano per i tre quarti, il rapporto delle forze reali solo per l'altro quarto.
Le armi non si devono mai impugnare per vani disegni di grandezza né per l'avidità di conquiste.
I vantaggi della guerra, se ce né qualcuno, sono solo per i potenti della nazione vincente. Gli svantaggi ricadono sulla povera gente.
La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi.
Una guerra non termina con la pace, ma con la guerra successiva.
Il peggio che possa capitare agli uomini in guerra e cioè morire insieme risparmia loro la morte individuale che essi temono più di tutto.
Come si può sperare di sconfiggere le guerre se nel mondo continueranno a vincere uomini che hanno ancora paura?
Questa dannata guerra finirà quando saremo troppo vecchi per goderci la pace.
Ogni guerra civile si trasforma in guerra di religione.
La storia ci dice che la guerra è il fenomeno che accompagna lo sviluppo dell'umanità. Forse è il destino tragico che pesa su l'uomo. La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna.