Sia la Natura che l'uomo tendono al costante perfezionamento.— Baruch Spinoza
Sia la Natura che l'uomo tendono al costante perfezionamento.
Il mondo è un effetto necessario della natura divina, e non è stato fatto per caso.
Con quanta imprudenza molti cercano di levar di mezzo un tiranno senza essere in grado di eliminare le cause che fanno del principe un tiranno...
Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta.
Sarà più sicura e salda e meno sottoposta alla fortuna quella società che è fondata e governata da uomini saggi ed attenti. Viceversa quella che è costituita da uomini rozzi ed incapaci dipende in massima parte dalla fortuna ed è meno salda.
Gli effetti dell'immaginazione derivano dalla costituzione o del Corpo o della Mente.
In un mondo imbastardito e 'negrizzato' sarebbero persi i concetti dell'umanamente bello e sublime.
La natura non ha alcun bisogno di un padrone che la diriga; da sola mantiene il suo perenne movimento e la sua attività. E se questo padrone esistesse veramente, cosa meriterebbe, oltre a disprezzo e a oltraggio, per aver creato un universo colmo di tante imperfezioni?
Potevi sorprenderlo in un qualsiasi allenamento ed era superbo. Il suo corpo non poteva tradirlo. La sua valutazione della propria condizione era in sé una definizione della felicità.
Perfezione: che non sia possibile è forse un male, ma un male ancora peggiore sarebbe se lo fosse, giacché allora non ci sarebbe più niente da fare. Dunque, nonché impossibile, non è nemmeno desiderabile.
Quanto più regole e quanto più soggette ad eccezioni ha una scienza, tanto è più lontana dalla sua perfezione: le regole primitive sono formate di tutti i dati e perciò contengono in se tutte le combinazioni e le differenze dei rapporti.
Anche la stupidità è bella, se perfetta.
Lo spirito commerciale è lo spirito del mondo. È senz'altro lo spirito grandioso. Esso mette tutto in movimento e collega tutto. Risveglia paesi e città, nazioni e opere d'arte. È lo spirito della civiltà, la perfezione del genere umano.
La vita non è che una proiezione degli istinti bruti. L'anima mia posta sul limite dell'esistenza comprese che è più prossimo alla perfezione umana un malfattore che un ipocrita.
Forse Sartre è scandaloso come lo è stato Gide: perché mette il valore dell'uomo nella sua imperfezione. "Non amo l'uomo", diceva Gide, "amo quel che lo divora". La libertà di Sartre divora l'uomo come entità costituita.
Sono un perfezionista. Non posso farne a meno, sono veramente arrabbiato con me stesso quando non faccio del mio meglio.