Le azioni umane non vanno derise, compiante o detestate: vanno comprese.
Chi se non un disperato o un folle, sarebbe disposto a separarsi alla leggera dalla ragione e a spregiare le arti e le scienze negando a quella la possibilità di raggiungere la certezza?
Nessuna delle cose che non sono in mio potere mi è tanto cara quanto stringere amicizia con uomini sinceramente amanti della verità.
Sarà più sicura e salda e meno sottoposta alla fortuna quella società che è fondata e governata da uomini saggi ed attenti. Viceversa quella che è costituita da uomini rozzi ed incapaci dipende in massima parte dalla fortuna ed è meno salda.
La perfezione consiste nell'essere e l'imperfezione nella privazione dell'essere.
Per Bene intendo ogni genere di Gioia e qualunque cosa inoltre conduce ad essa e soprattutto ciò che soddisfa un desiderio, qualunque esso sia.
La paura o la stupidità sono sempre state alla base della maggior parte delle azioni umane.
È meglio che un'azione da non compiersi non venga compiuta: in seguito ci si pente del male fatto. Ciò che si deve fare è meglio che sia fatto per bene; una volta che è stato fatto non ci si pente.
Qualunque azione motivata dal furore è un'azione condannata al fallimento.
La parola è donna, l'azione uomo.
Uno assiste l'amico ammalato: bravo! Ma lo fa per ereditare: è un avvoltoio, aspetta il cadavere. Le stesse azioni possono essere oneste o disoneste: quello che conta è il perché o il modo in cui sono fatte.
La causa prossima delle azioni è la fuga del dolore, la causa finale è l'amor del piacere.
È preferibile non fare un'azione che non va fatta, perché dopo ci si pente. Ciò che va fatto è meglio farlo bene, perché non ci si penta.
Si sbaglierà di rado se si ricondurranno le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri all'abitudine e quelle meschine alla paura.
Ho assiduamente cercato di imparare a non ridere delle azioni degli uomini, a non piangerne, a non odiarle, ma a comprenderle.
Modella l'azione alla parola, la parola all'azione.