I giornalisti sono scrittori, come gl'imbianchini sono pittori.
Uomo di alti ideali non può essere vano, e in uomo vano alti ideali non allignano.
Sono opere d'arte in cui ammiriamo principalmente l'idea, e altre in cui ammiriamo principalmente l'esecuzione. Perfette ci paiono quelle in cui l'una e l'altra possiamo ammirare del pari.
Quegli che nella così detta prosa della vita sa scoprir più poesia, quegli è più poeta.
Chi si lascia stordire dalla sventura, non può approfittare del suo insegnamento.
Se volessero parlare di ciò solo che intendono, gli uomini quasi non parlerebbero.
Nessun uomo conosce il significato di una QUALSIASI cosa pubblicata in un qualsiasi giornale se non conosce quali interessi controllano il giornale.
Fare a pezzi un giornale quotidiano è l'unico mezzo per liberarsi, d'un colpo, da ladri, assassini, truffatori, apostoli, catastrofi.
I giornalisti scrivono perché non hanno niente da dire, e hanno qualcosa da dire perché scrivono.
Quello è intelligente come un giornale. Sa tutto. Ciò che sa cambia ogni giorno.
I giornali non stampano smentite, è ovvio: diminuisce la fiducia del pubblico nella stampa.
Non sono le notizie che fanno il giornale, ma il giornale che fa le notizie.
La prima condizione della libertà di stampa consiste nel non essere un mestiere.
Il pettegolezzo diverte solo noi giornalisti: ce la cantiamo e ce la suoniamo.
La stampa è per eccellenza lo strumento democratico della libertà.
Come vorrei, certi giorni, che davvero i giornali raccontassero soltanto balle.