La vita umana è un eterno conflitto. L'uomo muore con le armi in pugno.
Si può pensare a fondo soltanto ciò che si sa, perciò bisogna imparare qualcosa, ma si sa, altresì, soltanto ciò che si è pensato a fondo.
La pena, causata dal desiderio non appagato, è insignificante in confronto con quella del rimorso: la prima si trova davanti l'avvenire sempre aperto e imprevedibile; la seconda, il passato, irrevocabilmente chiuso.
Il suicida è uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita.
Ogni sera siamo più poveri di un giorno.
Quando in sogni opprimenti e orribili l'angoscia tocca il grado estremo, è proprio essa che ci porta al risveglio, con il quale scompaiono tutti quei mostri notturni. La stessa cosa accade nel sogno della vita, quando l'estremo grado di angoscia ci costringe a spezzarlo.
La vita umana non può dirsi a rigore né lunga né breve, perché è in fondo la misura con cui valutiamo tutte le altre estensioni nel tempo.
Come spesso capita con le più belle avventure della vita, anche questo viaggio cominciò per caso.
La nostra vita è quasi un nulla; e tuttavia, pazzi, facciamo progetti a lungo termine.
Il cambiamento non è soltanto necessario per la vita. È la vita.
Non c'è maggior piacere (né maggior felicità) nella vita, che il non sentirla.
Che senso ha piangere su singoli aspetti della vita? La vita intera è un pianto: ti incalzeranno nuovi mali, prima di aver saldato il conto coi vecchi.
Il saggio sa che la vita non è che una fiammella scossa da un vento violento.
Malinconia del passato, gioia del presente, pentimento del futuro... questa è la vita.
Nella vita non c'è altro che viverla, e basta.
La vita è lotta, lotta senza quartiere, ed è un bene che sia così. L'umanità, altrimenti, non potrebbe progredire. Una razza di deboli si sarebbe estinta da un pezzo, senza lasciare traccia.