L'ordine è qualcosa di artificioso; il naturale è il caos.
L'umanitarismo come idea politica è un luogo comune, come idea religiosa un equivoco, come idea etica un'illusione.
Anche quelli che ci amano e ci onorano non si sentono a loro agio accanto a noi prima di aver scoperto il nostro punto debole.
Come professione, la politica è per i duri di cuore e gli irresponsabili, la religione è fatta apposta per i poveri di spirito e gli ipocriti.
Se ti accosti all'altare della verità, troverai molta gente inginocchiata ai suoi piedi. Ma sulla strada che vi conduce sarai sempre stato solo.
L'intelligenza e la bontà preferiscono entrare in scena senza maschera.
Confusione è una parola che abbiamo inventato per un ordine che non si comprende.
L'essenza del classicismo è venire dopo. L'ordine presuppone un certo disordine che esso viene a sistemare.
L'etica hacker rischia di esprimere esigenze che nascono da una insofferenza verso qualunque forma di gerarchia, perché intesa come necessariamente opposta alla ricerca e al confronto. C'è un rifiuto del 'padre' a favore di rapporti orizzontali, collaborativi, paritetici.
Metti tutte le cose al loro posto peculiare, e sappi che l'ordine è la grazia più grande.
L'ordine è la chiave di tutti i problemi.
Adoro il caos, ma detesto l'imprecisione.
Quando un chiodo cade sul legno dà l'impressione di essere arrivato proprio nel luogo mirato, non d'essere finito in uno qualunque dei punti utili. Porta con sé il centro, come un dolore fisico. Il dolore come il chiodo là dove penetra ordina lo spazio intorno.
L'organizzazione esiste solo nell'occhio dell'osservatore.
Il mondo non deve essere messo in ordine, il mondo è l'ordine incarnato. Sta a noi trovare la maniera di inserirci armoniosamente in esso.
Strano come il potere creativo metta immediatamente in ordine l'intero universo.