Essere irragionevoli è un diritto umano.
È il valore dell'oggetto proprio della conoscenza quello che determina la superiorità di una scienza, o la sua inferiorità.
Noi siamo quello che facciamo costantemente, l'eccellenza quindi non è un atto ma un'abitudine.
Il millantatore è colui il quale fa mostra di titoli di merito che non possiede, esagerando il suo controllo del mondo di cui in realtà è privo.
Se dipende da noi compiere le azioni belle e quelle brutte, e analogamente anche il non compierle, e se è questo l'essere buoni o cattivi, allora dipende da noi l'essere virtuosi o viziosi.
Gli uomini colti sono superiori agli uomini incolti nella stessa misura in cui i vivi sono superiori ai morti.
Irragionevolezza, più che comune, universale: credere che ciò che fa per noi, debba fare per gli altri, e ciò che non fa per noi non debba fare per gli altri.
Irragionevole è quella ragione la quale pretende di negare tutto quanto non riesce ad intendere.
Chiedersi il perché di un fatto inspiegabile è logico; attendersi una risposta, irragionevole.
L'uomo ragionevole si adatta al mondo; l'irragionevole insiste nel tentare di adattare il mondo a sé. Quindi, ogni progresso dipende dall'uomo irragionevole.
È molto pericoloso ascoltare. Se si sta ad ascoltare si può farsi convincere, e un uomo che si lascia convincere da un'argomentazione è una persona assolutamente irragionevole.
Ci son quelli che hanno ricevuto un'educazione liberale all'università dell'Irragionevole, ed hanno ottenuto il diploma nella scienza dell'ipotetico, che sono i loro studi fondamentali.