Essere irragionevoli è un diritto umano.
Chi è incapace di vivere in società, o non ne ha bisogno perché è sufficiente a sé stesso, deve essere o una bestia o un dio.
Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori.
La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli.
Se la natura non fa nulla d'incompiuto né invano, è necessario che la natura abbia fatto tutto a causa degli uomini.
Un tutto è ciò che ha principio e mezzo e fine.
L'uomo ragionevole si adatta al mondo; l'irragionevole insiste nel tentare di adattare il mondo a sé. Quindi, ogni progresso dipende dall'uomo irragionevole.
Chiedersi il perché di un fatto inspiegabile è logico; attendersi una risposta, irragionevole.
Irragionevolezza, più che comune, universale: credere che ciò che fa per noi, debba fare per gli altri, e ciò che non fa per noi non debba fare per gli altri.
Ci son quelli che hanno ricevuto un'educazione liberale all'università dell'Irragionevole, ed hanno ottenuto il diploma nella scienza dell'ipotetico, che sono i loro studi fondamentali.
Irragionevole è quella ragione la quale pretende di negare tutto quanto non riesce ad intendere.
È molto pericoloso ascoltare. Se si sta ad ascoltare si può farsi convincere, e un uomo che si lascia convincere da un'argomentazione è una persona assolutamente irragionevole.