Chi di noi ha meno bisogni è più simile a un dio.
Si sa che la fiamma del crudele Amore, quando è ancora tenue, col suo primo calore procura piacere, ma poi, alimentata dalla consuetudine, divampa in un incendio incontrollabile e divora completamente gli uomini.
L'amore, acquistando ogni giorno nuovo vigore, fa sembrare di facile attuazione ciò che sul momento si giudica difficile ad ottenere.
In tutti gli strumenti con cui si adempiono i compiti della vita tutto ciò che supera un'idonea moderazione diventa un di più che pesa invece che servire.
Nessuno di noi è povero se non desidera il superfluo e possiede il necessario, che per natura è assai poco.
Dio è troppo perfetto per poter pensare ad altro che a sé.
Credo di sapere cosa si prova ad essere Dio.
La musica è riconciliazione con Dio.
Penso che Dio sia soprattutto giusto e che non sarà possibile barare con lui. Conteranno le intenzioni, buone o cattive, che ci hanno spinto a fare qualcosa, e non gli effetti dei nostri atti.
A forza di insistere Dio è costretto a esistere, a forza di preghiere si forma il suo orecchio, a forza di lacrime nostre i suoi occhi vedono, a forza di allegria spunta il suo sorriso.
Dio appare, l'uomo si annienta; e più la Divinità si fa grande, più l'umanità diventa miserabile.
Dio è il punto di contatto tra lo zero e l'infinito.
Il silenzio di Dio permette la chiacchiera dei suoi ministri che usano e abusano dell'epiteto: chiunque non crede al loro Dio, dunque a loro, diventa immediatamente un ateo.
Per quanto possiamo cadere, mai potremo precipitare al di sotto delle braccia di Dio.
Crassa pigrizia quella per cui si chiama Dio tutto ciò che non si riesce a spiegare. Dio sarebbe la somma della nostra ignoranza?