Ci vorrà pazienza ed io pazienza ne posseggo a tonnellate, a vagoni, a case.
Spesso chi vuole consolare, essere affettuoso ecc. è in realtà il più feroce dei tormentatori. Anche nell'"affetto" bisogna essere soprattutto "intelligenti".
L'ottimismo non è altro, molto spesso, che un modo di difendere la propria pigrizia, la propria irresponsabilità, la volontà di non far nulla.
L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.
Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
Il mio atteggiamento deriva dal sapere che a battere la testa contro il muro è la testa a rompersi e non il muro.
Un ipocrita è un paziente nella doppia accezione del termine. Calcola un trionfo e sopporta un supplizio.
Grazie alla pazienza e al candore di un'altra persona le cose possono cambiare, diventare altre cose.
Questo è lo stile di Dio: non è impaziente come noi, che spesso vogliamo tutto e subito, anche con le persone. Dio è paziente con noi perché ci ama, e chi ama comprende, spera, dà fiducia, non abbandona, non taglia i ponti, sa perdonare.
I periodi torbidi e avversi in genere portano maggiore beneficio di quelli apparentemente vivi e prosperi. Occorre aver pazienza, non esercitare la ragione. Bisogna spingere le radici più in profondità, non scuotere i rami.
L'uomo più lento, che non perde di vista il fine, va sempre più veloce di quello che va senza perseguire un fine preciso.
Bisogna saper migliorare con pazienza quanto ogni giorno ci offre.
Non si è maestri che quando si impiega nelle cose la pazienza che esigono.
Niente mi fa perdere la pazienza più di chi ne ha troppa.
La parte principale della fede è la pazienza.
La pazienza è il rimprovero che ci rivolgono sovente come se significasse mancanza di volontà, come se non fosse la virtù più necessaria nel metodo democratico.