Malinconia: tristezza che diventa leggera.
Amava l'umanità, ma non sopportava il vicino di sopra.
Un'epoca non più superstiziosa dicono, ma in compenso ipocondriaca.
La suggestione di essere artisti spesso lo fa diventare.
L'insensibile non saprà mai di essere stato infelice tutta la vita. E nemmeno saprà di avere avuto rari momenti di felicità.
Visse d'arte. Morì di fame.
Se c'è un inferno sulla terra, questo si trova nel cuore di un uomo malinconico.
Proprio come la noia, la malinconia è un sentimento umano fondamentale, compagna di strada nell'essere in solitudine.
La malinconia non è altro che un ricordo inconsapevole.
La malinconia mi sembra una sorta di cura per mantenere l'equilibrio spirituale. [...] tra i sentimenti umani è quello che a me sembra più sottile, inafferrabile, e senza dubbio più prezioso.
Questa è la tristezza connessa ad ogni vita finita. Essa però non arriva mai a realizzarsi, e serve soltanto all'eterna gioia del trionfo. Donde il velo di tristezza, che si stende su tutta la natura, la profonda, insopprimibile malinconia di ogni vita.
La malinconia è la gioia di essere tristi.
Accidenti ai quattrini. Finiscono sempre col darvi una malinconia del diavolo.
Moto di malinconia abbastanza simile a quello che lo afferra al pensiero degli sconosciuti, suoi contemporanei, che avrebbe potuto amare ma che non gli sarà mai dato incontrare fra i milioni di abitanti della Terra.
Tutti gl'uomini straordinari sono palesemente malinconici, collocando l'uomo malinconico a una zona prossima all'alterazione.
La malinconia attira, il tedio respinge.