Soffrire significa non poter mangiare né dormire, altrimenti è letteratura.
Vuoi plagiare senza essere scoperto? Plagia i capolavori.
Non diffidate dei cattivi, ma degli imbecilli; e, sopra tutto, dei buoni.
In verità non c'è scherzo peggiore da fare a un Tizio, che metterlo al mondo.
Non c'è successo senza infamia.
Al grande successo tutti resistono. Sovrumano è resistere al piccolo successo.
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
Spesso non diciamo quello che abbiamo dentro per paura di far soffrire gli altri e così ci portiamo dietro un peso che coni1 tempo diventa una montagna.
Se una sofferenza ci tormenta senza aiutarci, bisogna smetterla prima possibile e allontanare dal cuore conforti illusori e l'amara voluttà del dolore.
L'uomo è uno scolaro e il dolore è il suo maestro; nessuno si conosce finché non ha sofferto.
La capacità di provare dolore e piacere è una condizione non solo necessaria ma anche sufficiente perché si possa dire che un essere ha interessi come minimo assoluto, l'interesse a non soffrire.
Quando si soffre, si crede che di là dal cerchio esista la felicità; quando NON si soffre si sa che questa non esiste, e si soffre allora di soffrire perché non si soffre nulla.
Vuoto è l'argomento del filosofo che non dà sollievo all'umana sofferenza.
L'uomo soffre forse di più o, se vogliamo, ha minore resistenza, mentre invece la donna soffre sempre senza colpa.
Ciò che propriamente fa rivoltare contro la sofferenza non è la sofferenza in sé, bensì l'assurdità del soffrire.
La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere.