La filosofia è un modo di sopportare l'atroce assurdità della vita.
Nel cuore di ogni aforisma, per quanto nuovo o addirittura paradossale voglia apparire, pulsa un'antichissima verità.
Il solo difetto della morte è che essa ci pone in condizione di non poter apprezzare il suo beneficio.
Un aforisma, una sentenza, una opinione, etc., valgono forse meno per quello che affermano o negano, quanto per lo stato d'animo che suppongono, o che ispirano, o che nascondono.
Dio è l'infinito negarsi. La dimensione interiore del negarsi è infinita, è l'infinito. E il negarsi è l'individualità dell'infinito.
Dobbiamo allo stesso tempo ridere, filosofare, amministrare la nostra casa, usare di quant'altro è a nostra disposizione e non cessare mai di proclamare le parole della retta filosofia.
I filosofi non spuntano dal terreno come i funghi. Essi sono il prodotto del loro tempo.
Si riconosce un filosofo dal rifuggire tre cose abbaglianti e chiassose: la gloria, i principi e le donne: e con ciò non è detto che non siano queste a venire da lui.
La migliore filosofia, relativamente alla gente, è di fondere nei suoi confronti il sarcasmo dell'allegria con l'indulgenza del disprezzo.
O filosofia, maestra di vita.
La verità in filosofia significa che un concetto e la realtà concreta corrispondono.
L'atto filosofico per eccellenza è scoprire un problema in ogni soluzione.
Ci sono più cose in cielo e in terra che non sogni la tua filosofia.
Il filosofo vive di problemi come l'uomo di cibi. Un problema insolubile è un cibo indigesto.
Filo-sofia significa, alla lettera, "cura per ciò che è luminoso"; e la verità è per essenza ciò che si mantiene nella luce.