La cosa più insopportabile sarebbe un Dio che fosse come l'uomo se lo augura.
Lei lo sposò per averlo sempre con sé. Lui la sposo per dimenticarla.
La promessa dell'immortalità basta a mettere in piedi una religione.
Ogni vecchio si vede come una somma di astuzie riuscite. Ogni giovane si sente l'origine del mondo.
Le donne più sciocche: quelle che vanno subito a raccontare tutto; al primo orecchio che capita; e prima che le cose siano veramente successe.
Dio fu un errore. Ma è difficile stabilire se fu commesso troppo presto o troppo tardi.
Anche le libere, graziose, festose farfalle sono colpite dalla malattia che quando visita noi, chiamiamo: cancro. Non c'è nemmeno un angolo del creato in cui non si mostri la grandezza e la bontà del creatore.
Crassa pigrizia quella per cui si chiama Dio tutto ciò che non si riesce a spiegare. Dio sarebbe la somma della nostra ignoranza?
Potrà venir meno il buon Dio alle sue promesse e alle sue grazie? Egli è venuto per portare il fuoco sulla terra, e che cosa desidera se non che si accenda?
L'intolleranza è unicamente essenziale al monoteismo: un dio unico è, per la sua natura, un dio geloso, che non soffre l'esistenza di alcun altro dio.
Dio è sottile, ma non dispettoso.
L'uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando.
Se si crede negli esseri umani, si crede in Dio: è il primo passo e il più difficile.
Il concetto di "Dio" è stato fino a oggi la più grande obiezione contro l'esistenza. Noi neghiamo Dio, neghiamo in Dio, la responsabilità: soltanto in questo modo noi redimiamo il mondo.
Forse era una prigionia necessaria. Essa mi ha permesso di capire chi è Dio, di stabilire una relazione con lui, con molta ammirazione, molto amore ma - soprattutto - comprendendo chi è, attraverso la sua parola.
Il ravvedimento di un uomo è il coronamento di una speranza di Dio.