I grandi artisti non hanno patria.
I più disperati sono i canti più belli, e ne so d'immortali che sono puri singhiozzi.
Non tutti gli uomini sono capaci di grandi cose, ma tutti sono sensibili alle grandi cose.
Quant'è glorioso, ma quanto è insieme doloroso, essere eccezionali in questo mondo.
Niente rende tanto grandi, quanto un grande dolore.
Per riuscire nel mondo, prendete bene in considerazione queste tre massime: vedere, è sapere; volere, è potere; osare, è avere.
Il vero artista non si preoccupa menomamente del pubblico. Per lui il pubblico non esiste.
Gli artisti sono pochi, passano inosservati o derisi; gli uomini impongono loro una corona di spine, il cielo prepara ad essi una corona di stelle.
Il moralista deve rinascere ogni volta. L'artista, una volta per tutte.
Un artista è come un buon soldato: deve essere sempre pronto a sacrificarsi per servire l'arte e il teatro.
Non è vero artista colui che per piacere altrui sostenga di dispiacere a se stesso.
L'artista può aiutare a capire di vedere oltre le apparenze. E questo secondo me è già una ricerca, un passo che, ne sono certo, può orientare l'individuo verso la ricerca della fede.
I soli artisti che io abbia conosciuto come piacevoli personalità erano i cattivi artisti. I buoni artisti esistono semplicemente per ciò che essi fanno, per conseguenza non interessa affatto ciò che essi sono.
La vita morale dell'uomo fa parte della materia dell'artista, ma la moralità dell'arte consiste nell'uso perfetto di un mezzo imperfetto. Nessun artista desidera dimostrare alcunché.
Le arti, comprese la poesia e la letteratura, dovrebbero essere insegnate dagli artisti che le praticano, non da sterili professori.
L'artista moderno, mi pare, lavora per esprimere un mondo interiore; in altri termini: esprime il movimento, l'energia e altre forze interiori.