L'amore ha due leggi: la prima, amare gli altri; la seconda, eliminare da noi stessi quello che impedisce agli altri d'amarci.
— Alexis Carrel
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La nostra interpretazione
L’amore viene presentato come un cammino che procede in due direzioni complementari. Da una parte implica un movimento verso l’esterno: volgersi agli altri, riconoscerli, prendersene cura, desiderare il loro bene senza calcoli. Non si tratta di un sentimento chiuso su se stesso o di una ricerca di appagamento personale, ma di un orientamento stabile che mette al centro l’altro, la sua dignità e la sua libertà. Dall’altra parte, l’amore richiede un lavoro profondo su se stessi: riconoscere i tratti del proprio carattere, le paure, gli egoismi, le rigidità e le difese che impediscono a chi ci sta vicino di avvicinarsi davvero. Non basta dire di amare; è necessario rimuovere ciò che rende difficile all’altro percepire e accogliere il nostro affetto. Orgoglio, risentimento, narcisismo, bisogno di controllo possono diventare ostacoli invisibili ma potenti. La vera maturità affettiva nasce quindi dall’incontro tra un cuore aperto verso il prossimo e una continua purificazione interiore. Amare significa anche rendersi amabili, non nel senso di adattarsi servilmente agli altri, ma nel senso di diventare persone più autentiche, limpide, affidabili, capaci di offrire un legame che non soffoca e non manipola. In questo orizzonte l’amore non è solo emozione, ma disciplina interiore, scelta quotidiana di crescita e responsabilità reciproca.
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