La rassegnazione è il coraggio del dolore cristiano.
La gloria dell'uomo risiede nella rettitudine e nel buon uso della sua volontà; e la gloria dell'intelligenza è servire affinché il principio morale trionfi.
Questa ripetizione ossessiva di sé stessi, al di là del dato anagrafico, è il vero segno dell'"invecchiamento" italiano: vecchio è chi dispera di cambiare e di cambiarsi, ed è ormai rassegnato a essere fino alla fine ciò che è sempre stato.
È finita e non c'è più nulla da fare, e questa è già una consolazione, come dicono in Turchia quando tagliano la testa dell'uomo sbagliato.
Nessuno è mai sconfitto fino a quando la sconfitta non viene accettata come realtà.
È incredibile con quanta prontezza e buona grazia ci rassegniamo alle disgrazie altrui.
La rassegnazione sta al coraggio come il ferro sta all'acciaio.
La cosa peggiore non è cadere, bensì non rialzarsi e giacere nella polvere.
Humor. Forma di rassegnazione davanti all'inevitabile. Ne esistono versioni altissime. Sconsigliabili quelle alticce.
Chi non può picchiare l'asino, picchia il basto.
Sapeva che nella vita viene il momento in cui brutto e bello svolgono piú o meno la stessa funzione, quando tutto ciò che guardi altro non è che un gancio a cui appendere le sensazioni scomposte del corpo, e i brandelli della mente.
Non sono così vanesio da credere che il mio contributo possa cambiare qualcosa.