La rassegnazione sta al coraggio come il ferro sta all'acciaio.
L'ingegno di un uomo si giudica meglio dalle sue domande che dalle sue risposte.
Gli uomini avevano rinunciato per sempre a una felicità condivisa, le donne condividevano anche ciò che non avevano e non avrebbero mai avuto.
La rassegnazione è un suicidio quotidiano.
Pensarlo possibile ti spinge a darti da fare. Se ti rassegni, se pensi che invece il meglio sia passato, allora ti metti nel tuo angolo, immobile, ad aspettare l'arrivo del peggio.
Chi getta la spugna non vince mai, e un vincente non getta mai la spugna.
Rifiuto di rinunciare a me stesso e rassegnarmi. Un uomo rassegnato è un uomo morto prima di morire, ed io non voglio essere morto prima di morire. Non voglio morire da morto! Voglio morire da vivo!
L'abitudine genera rassegnazione. La rassegnazione genera apatia. L'apatia genera inerzia. L'inerzia genera indifferenza.
Chi si rassegna non vive: sopravvive.
Al mondo c'è una sola cosa peggiore dell'uso della violenza, ed è il piegarsi alla violenza.
Dall'abito della rassegnazione sempre nasce noncuranza, negligenza, indolenza, inattività, e quasi immobilità.
Tutte le discipline si influenzano a vicenda. Erroneamente l'uomo dice: Questo è l'unico caso dove lascio perdere. Non è vero. Ogni abbandono influenza il resto. Non pensare in questo modo è ingenuo.