Siamo al mondo per fornire un pretesto all'esistenza.
Vana impresa combattere la crisi poiché è ormai connaturata al sistema.
Se non altro l'aforisma ha il merito di far meditare chi lo formula.
L'orrendo della morte è il suo cerimoniale. Quanto più bello sarebbe andarsene al cimitero da soli, a piedi.
L'espressione letteraria più autentica è il diario. Scrivere come si vive.
Se è vero che l'esempio vien dall'alto, mettiamoci in salvo prima di esserne travolti.
Abbandona ogni preoccupazione per la tua esistenza e te la renderai piacevole.
Se vogliamo conoscere il senso dell'esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell'angolo più oscuro del capitolo, c'è una frase scritta apposta per noi.
Nulla esiste finché non è misurato.
Della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell'agire diversamente dal dovuto.
L'effimero è l'appassionata e fragile misura della nostra esistenza.
Essendoci il nulla all'ingresso e all'uscita della nostra vita, insopprimibile sorge la domanda che chiede il senso del nostro esistere.
Il più straordinario degli innumerevoli enigmi umani è l'esistenza (certa, dimostrabile, indubitabile, e sempre nuova sotto il sole) ? qua e là ? dei buoni.
Trascorrere l'esistenza senza sforzarci di essere come gli altri si aspettano che noi siamo può, in tutta coscienza, farci comprendere di non essere soltanto esistiti, bensì di aver anche vissuto.
Non c'è, veramente, stoltezza più grande del voler trasformare questa valle di lacrime in un luogo di delizie, e del proporsi per meta, come pure fanno molti, la gioia e il piacere, anziché aspirare a un'esistenza il più possibile priva di dolore.
Tutto ciò che esiste, forse esiste perché esiste un'altra cosa. Nulla è, tutto coesiste: forse è proprio così.