Nelle parole d'ordine dei barbari risuona il morbido diktat dell'impero.
Capisci come combattono e magari capirai chi sono.
Scrivere è una forma sofisticata di silenzio.
A volte le cose, gli avvenimenti, sembrano accadere per caso, ma il caso non è mai casuale, è li che ti aspetta a modo suo.
Bisogna concedere ai barbari la chance di essere un animale, con una sua compiutezza e un suo senso, e non pezzi del nostro corpo colpiti da una malattia. Bisogna fare lo sforzo di supporre, alle loro spalle, una logica non suicida, un movimento lucido, e un sogno vero.
Guardare i quadri è un'attività che conviene centellinare, per non farsi travolgere da quell'impasto di goduria e frustrazione a cui solo anime sottilmente perverse possono sopravvivere.
Il vero barbaro è colui che pensa che ogni cosa sia barbara tranne i propri gusti e i propri pregiudizi.
Per noi, i civilizzati siamo noi stessi, e tutto il resto, ciò che dà la misura della nostra universale ignoranza, s'identifica con la barbarie.