Lo sconforto non tiene mai conto del firmamento.
Io mangio solo per nutrire il dolore.
Amo i colori, tempi di un anelito inquieto, irrisolvibile, vitale, spiegazione umilissima e sovrana dei cosmici "perché" del mio respiro.
Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non come i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita!
La formica è un esempio di serietà naturale.
A volte l'anima muore e muore di fronte a un dolore, a una mancanza d'amore e soprattutto quando viene sospettata d'inganno.
Ché non c'è mai disperazione senza un po' di speranza.
Non disperare. Ogni sconfitta getta i semi della vittoria.
La disperazione è come quei bambini precoci, che, quando porti via uno dei loro giocattoli, buttano il resto nel fuoco per rabbia. Diventano arrabbiati con se stessi, si trasformano nei loro stessi aguzzini, e vendicano le loro disgrazie sulla loro stessa testa.
Nei miei personaggi non c'è un reale pentimento ma c'è la desolazione, la disperazione in certi casi, e comunque un rimanere attonito di fronte alla manifestazione dei propri difetti.
Non v'è amore per la vita senza disperazione di vivere.
La lotta e la ribellione comportano sempre una certa dose di speranza, mentre la disperazione è muta.
Non disperarti, non anche per le situazioni che non lo richiedono.
È sempre svantaggioso combattere contro chi non ha nulla da perdere.
Il contrario della speranza è la disperazione, la resa totale. L'unico peccato per il quale non c'è perdono, né in terra né in cielo.
Senza amare se stessi non è possibile amare neanche il prossimo, l'odio di sé è identico al gretto egoismo e produce alla fine lo stesso orribile isolamento, la stessa disperazione.