Mi piace il pasticcio enorme che è l'Italia.— Alberto Lattuada
Mi piace il pasticcio enorme che è l'Italia.
Vorrei tre vite: col cinema forse ne assecondo l'illusione.
Mi è molto affine l'umorismo, lo slancio emotivo del popolo russo.
La cinematografia è un tipo di scrittura che va coltivata con una certa irruenza: un film commerciale non è un peccato, importante è vivere certi momenti, accorgersi di tutto.
Gli italiani sono singoli geni che formano, tutti insieme, un popolo politicamente disordinato e immaturo. Una collettività talmente sorprendente da rendere problematico un giudizio complessivo.
In quest'Italia agli adulti si concede di fingersi vecchi per andare in pensione, ma poi da pensionati di regredire a giovani.
Gli usi e i costumi in Italia si riducono generalmente a questo, che ciascuno segua l'uso e il costume proprio, qual che egli si sia.
Una qualità degli italiani è quella di volare in soccorso dei vincitori.
Abbiamo fatto l'Italia, si tratta adesso di fare gli italiani.
L'ira di Dio su te mormora e rugge, O Italia, o donna sonnolenta ed orba, Sanguigno il Sole le fresch'aure adugge, L'aure, che il lezzo di tue colpe ammorba.
L'Italia rappresenta nel mondo una specie di minoranza genialissima tutta costituita di individui superiori alla media umana per forza creatrice innovatrice improvvisatrice.
Italia poverella, Italia mia, che ti par di questi almi allievi tuoi che t'han cacciato un porro dietro via?
L'Italia è il paese dei diplomi, delle lauree, della cultura ridotta soltanto al procacciamento e alla spasmodica difesa dell'impiego.
L'ora è venuta di tentare tutte le rivoluzioni per liberare il popolo italiano da tutti i pesi morti e da tutti i ceppi (matrimonio e famiglia cattolica soffocatrice, pedantismo professorale, elettoralismo, mentalità pessimistica, provinciale, mediocrista e quietista).
Propongo che l'Italia come Stato indipendente sia abolito e che diventi una colonia di un Paese civile.