Mi è molto affine l'umorismo, lo slancio emotivo del popolo russo.
Mi piace il pasticcio enorme che è l'Italia.
La cinematografia è un tipo di scrittura che va coltivata con una certa irruenza: un film commerciale non è un peccato, importante è vivere certi momenti, accorgersi di tutto.
Gli italiani sono singoli geni che formano, tutti insieme, un popolo politicamente disordinato e immaturo. Una collettività talmente sorprendente da rendere problematico un giudizio complessivo.
Politicamente si pascono ancora di illusioni e credono alle fanfaluche più che ai fatti concreti, poi magari si svegliano e voltano le spalle di colpo ai loro idoli.
Russia, misera Russia, per me le grigie tue isbe, per me le tue canzoni al vento sono come le prime lacrime d'amore!
Solo te posso amare, Russia, mio dolce paese che hai gioia breve e violenta nelle sonore canzoni di primavera sui prati.
Quando penso alla Russia penso al dolore: non solo ai drammi, ma anche alle miserie di ogni giorno.
Il mio solo nemico serio oggimai era il russo officiale, od il suo cane, il Cosacco.
O Russia, terra color lampone e azzurro caduto nel fiume, amo fino alla gioia, fino al tormento la tua tristezza di lago.
Colosso dai piedi di creta.
O mia patria d'oro! In autunno lucente cattedrale!
La Russia è un paese con un passato imprevedibile.
La relazione tra i Russi e una bottiglia di vodka è per dire poco mistica.