Non c'é moralista più severo del piacere.
Parlare di crisi significa promuoverla; non parlarne significa esaltare il conformismo. Cerchiamo di lavorare sodo, invece. Smettiamola, una volta per tutte, l'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.
Uno stomaco vuoto non è un buon consigliere politico.
A volte la violenza potrà aver sgomberato con rapidità la strada da ostacoli, ma non si è mai rivelata creativa.
Un buon trucco non funziona mai due volte.
Il senso comune è quello strato di pregiudizi che si sono depositati nella mente prima dei diciotto anni.
Chi non sa che quasi tutti i piaceri vengono più dalla nostra immaginativa, che dalle proprie qualità delle cose piacevoli?
Nulla sarebbe più faticoso che mangiare e bere se Dio, oltre che una necessità, non ne avesse fatto un piacere.
Tenete a mente che non si sta facendo musica per il proprio piacere, ma per il piacere del pubblico.
Si è felici soltanto quando i piaceri e le passioni sono soddisfatti; le passioni, però, non sempre procurano la felicità e, allora, dobbiamo contentarci dei piaceri.
Il piacere è spesso un visitatore; ma la sofferenza si attacca crudelmente e lungamente a noi.
I moralisti sono persone che rinunciano ad ogni piacere eccetto quello di immischiarsi nei piaceri altrui.
Dal piacere nasce il dolore, dal piacere nasce il timore: per chi è libero dal piacere non esiste dolore: di cosa dovrebbe aver timore?
Sicuramente un Re che ama il piacere è meno pericoloso di uno che ama la gloria.
L'arte di dar sapore ai piaceri è quella di esserne avari.
Non c'è piacere sulla terra che valga la pena di sacrificare per amore di cinque anni aggiuntivi nella corsia geriatrica della Casa di Riposo per Anziani Sunset a Weston.