143 frasi, citazioni, aforismi
Rinunciando al mondo e alla fortuna, ho trovato la felicità, la quiete, la salute, persino la ricchezza; e a dispetto del proverbio, mi accorgo che chi abbandona la partita la vince.
Re e preti, nel condannare la dottrina del suicidio, hanno voluto assicurare la durata della nostra schiavitù. Intendono tenerci chiusi in una cella senza uscita, come quello scellerato della Commedia di Dante che fa murare la porta della prigione dove era rinchiuso lo sventurato Ugolino.
Quel che ho imparato, non lo so più. Il poco che so ancora, l'ho intuito.
Quando si vuol piacere nel mondo, bisogna risolversi a lasciarsi insegnare molte cose che si sanno da persone che le ignorano.
Qualcuno diceva che provvidenza è il nome di battesimo del caso; qualche devoto dirà che caso è un soprannome della provvidenza.
Per quanto male un uomo possa pensare delle donne, non c'è donna che non pensi peggio di lui.
Per alcune cose è più facile ottenere una legalizzazione che una propria legittimazione.
Parigi, città del divertimento, dei piaceri, ecc. dove i quattro quinti degli abitanti muoiono di tristezza.
Non si è uomini di spirito per il solo fatto di avere molte idee, come non basta avere molti soldati per essere buoni generali.
Non si può immaginare quanto spirito sia necessario per non essere mai ridicoli.
Non concepisco saggezza senza diffidenza. La Scrittura ha detto che il principio della saggezza è stato il timore di Dio; io credo che sia il timore degli uomini.
Le opere che uno scrittore fa con piacere sono spesso le migliori, come i figli dell'amore sono i più belli.
Le nozze vengono dopo l'amore come il fumo dopo la fiamma.
Le massime generali sono, nella disciplina della vita, ciò che la pratica è per l'arte.
Le belle ragazze hanno un'infelicità comune ai re: non hanno amici e non se ne accorgono.
Le conversazioni assomigliano ai viaggi per mare: ci si stacca da terra quasi senza accorgersene, per avvedersi poi di aver lasciato riva solo quando si è già molto lontani.
La speranza non è che un ciarlatano che c'inganna senza posa.
La società si compone di due grandi classi: quelli che hanno più pranzi che appetito, e quelli che hanno più appetito che pranzi.
La ricchezza e l'apparato che ne consegue trasformano la vita in una rappresentazione in cui, col tempo, anche l'uomo più onesto deve, suo malgrado, diventare un commediante.
La natura ha concesso le illusioni ai savi come ai matti, perché i savi non fossero troppo disgraziati per colpa della loro saviezza.