presbitero e scrittore italiano
Due carcerati guardavano fuori dalle sbarre della prigione, uno vide solo il fango della strada e si rattristò, l'altro guardò le stelle e si rallegrò.
La carica di gioia che ci viene dall'essere docili a Dio è capace di eliminare qualunque amarezza della vita.
Chi prega non può venire a patti con il disordine, sa armonizzare bene ogni cosa.
Con la gioia tutti i doveri diventano più tollerabili e anche piacevoli: è come un po' di olio che entra negli ingranaggi della macchina.
La gioia è il più bel grazie che si può dare a Dio.
Impara a non perdere tempo dietro le mancanze degli altri e non meravigliarti delle tue.
Il perfezionista si porta addosso un male tremendo: la predisposizione alla depressione.
Impara a ridere dei tuoi fallimenti e delle tue paure, non ne proverai più paura e sarai stimato dagli altri.
La gioia è sempre insidiata dagli sbarramenti: chi non si attrezza non dà consistenza alla propria gioia.
Ciò che ci teniamo nascosto dentro diventa veleno e ci fa del male: più siamo segreti, più diventiamo malati.
Qualche volta il perfezionismo nasce dalla paura di essere presi in giro.
La forza di Dio e l'aiuto dei fratelli sono due mezzi potentissimi contro lo scoraggiamento.
Lo scoraggiamento è spesso difetto di obiettività insieme a grave carenza di fede.
Chi si propone l'amore del prossimo senza l'amore a Dio, cerca se stesso.