L'amore è un mutuo ipotecario su un futuro incerto e imperscrutabile.
L'attenzione verso il corpo si è trasformata in una preoccupazione assoluta e nel più ambito passatempo della nostra epoca.
La paura c'è e satura quotidianamente l'esistenza umana, mentre la deregulation planetaria penetra fin nelle sue fondamenta e i baluardi difensivi della società civile cadono in pezzi.
Nessuno può sperimentare due volte lo stesso amore o la stessa morte così come, ci diceva Eraclito, nessuno può bagnarsi due volte nello stesso fiume. Entrambi sono eventi definitivi, irriguardosi e indifferenti a tutto il resto.
A tempo debito, l'amore e la morte colpiranno; solo che non abbiamo la benché minima idea di quando tale ora scoccherà. In qualsiasi momento giunga, ti coglierà impreparato.
Quella di imparare l'arte di amare è la promessa (falsa, ingannevole, ma che si spera ardentemente essere vera) di rendere l'"esperienza dell'amore" simile ad altre merci.
Tornami in mente il dì che la battaglia d'amor sentii la prima volta e dissi: Oimè, se questo è amor, com'ei travaglia!
Vi amo come la vita stessa. Soddisfo un impulso, amandovi e dicendovelo.
L'amore è da reinventare, si sa.
L'amore è un canale di conoscenza diverso da quello della ragione e per questo in esso non si deve "dimostrare" tutto, "spiegare" ogni cosa.
Forzare l'amore è come voler forzare una porta blindata a spallate: o la trovi aperta o finisci al pronto soccorso.
Senza amore l'uomo è come se fosse perduto in un deserto di sabbia, fra sete, rabbia e odio.
L'amore è soltanto una delle manciate di espedienti che abbiamo a disposizione per evitare il vuoto.
Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti.
Quando due labbra si son toccate, ahimè, l'amor platonico è ferito e per lo più a morte. Le anime sole possono amarsi platonicamente e la materia è sempre dotata di gravità; fosse pure piuma d'ala, vello di cotone o massa di piombo.
Chi ama currit, volat, laetatur. Amare significa correre con il cuore verso l'oggetto amato.