Gli uomini producono il male come le api producono il miele.
L'infanzia è una malattia, un malanno da cui si guarisce crescendo.
La prima cosa a cui si abituarono fu il ritmo del lento passaggio dall'alba al rapido crepuscolo. Accettavano i piaceri del mattino, il bel sole, il palpito del mare, l'aria dolce, come il tempo adatto per giocare, un tempo in cui la vita era così piena che si poteva fare a meno della speranza.
Una mela fradicia guasta tutte le altre.
Ti stupisci che fuggire non ti serva? I mali che fuggi sono in te.
Sono in migliaia ad accanirsi contro le ramificazioni del male, ma solo uno a colpirne la radice.
Il male trionfa spesso, ma non vince mai.
Un male incerto provoca inquietudine perché, in fondo, si spera fino all'ultimo che non sia vero; ma un male sicuro, invece, infonde per qualche tempo una squallida tranquillità.
Il male non cresce mai così bene come quando ha un ideale davanti a sé.
Scusare il male significa moltiplicarlo.
Possibile che non si possa vivere senza far male agli innocenti?
Peggio che il non aver pietà dei mali altrui, l'impietosire sui propri mali.