Di Dio non possiamo dire nulla, come è in sé, ma solo quel che egli fa per noi.
Dio si insedia nei vuoti dell'anima. Sbircia i deserti interiori, perché a somiglianza della malattia egli predilige occupare i punti di minor resistenza. Una creatura armoniosa non può credere in Lui.
L'eterno entra nel tempo, il tutto in un frammento, Dio assume il volto dell'uomo.
Più noi ci mettiamo da parte e più lasciamo il posto a Dio.
Le persone veramente grandi nella storia non hanno mai voluto essere grandi per loro stesse. Tutto quello che volevano era la possibilità di fare del bene per gli altri e di essere vicine a Dio.
Un dio al quale piacerebbe essere adorato, e che persino lo esigesse, sarebbe un dio alquanto vanitoso, oltre che spregevole.
Ciò che appare nel mondo non indica né l'esclusione totale, né la manifesta presenza di una divinità. Ma piuttosto la presenza di un Dio che si cela. Un Dio cui l'uomo non può giungere fuori della via del dono, di una rivelazione.
Dio è l'unico essere che, per regnare, non ha nemmeno bisogno di esistere.
Prima di ogni altra cosa, affido la mia anima all'onnipotente Iddio, mio Creatore, con la piena fiducia che tutti i miei peccati sono stati perdonati per i meriti e la mediazione del mio unico Salvatore Gesù Cristo.
La nostra concezione di Dio deriva dall'antico dispotismo orientale, ed è una concezione indegna di uomini liberi.
La scienza non ha fatto progressi che dopo aver eliminato Dio.