La solitudine è una pace inaccettabile.
La paura è un meccanismo di difesa che ci permette di avere coscienza di un pericolo e quindi di mettere in atto risposte per evitarne le conseguenze.
In Italia il quattordici per cento della popolazione soffre di depressione clinica.
Se si allontanano i corpi, si dividono le menti e i sentimenti diventano di cartone.
Per gli abitanti del manicomio è il "fuori" ad essere anomalo.
L'accumulo infinito di denaro, senza che mai si raggiunga una gratificazione completa, ricorda un'altra dipendenza, quella dal sesso. Chi ne è soggetto non è mai in pace.
Nessun uomo è un'isola, completo in sé stesso.
Quest'orrore della solitudine, questo bisogno di dimenticare il proprio io nella carne esteriore, l'uomo lo chiama nobilmente bisogno d'amare.
Alla fine tutti quanti siamo e restiamo soli.
La solitudine non si cura con la compagnia umana. La solitudine si cura attraverso il contatto con la realtà.
Nessuna vita è sprecata. L'unico tempo che sprechiamo è quello che trascorriamo a pensare di essere soli.
Lo stare insieme è nello stesso tempo per noi essere liberi come nella solitudine, essere contenti come in compagnia.
Il senso d'impotenza e di solitudine del condannato incatenato, di fronte alla coalizione pubblica che vuole la sua morte, è già di per sé una punizione inconcepibile.
La solitudine crea persone d'ingegno o idioti.
Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.
Rispetta il bambino. Non essere troppo il suo genitore. Non invadere la sua solitudine.