Viaggiare è nascere e morire ad ogni istante.
Fra innamorati le spiegazioni sono necessarie; fra amici sono superflue. L'affetto reciproco non ha quel grado di ardente sensibilità che fa sì che il minimo screzio sia un tormento. I vecchi amici si amano anche se ci sono degli screzi.
Le braccia di una madre sono fatte di tenerezza e i bambini vi dormono profondamente.
Quello che ci manca ci attira. Nessuno ama la luce come il cieco.
Non è possibile ammirare un capolavoro senza provare nello stesso tempo una certa stima di sé.
La madre è sublime perché è tutta istinto. L'istinto materno è divinamente animale. La madre non è donna, ma femmina.
Perché chi si ferma ha più vita, ma chi va ha più strade.
Qui devi correre più che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche parte devi correre almeno il doppio.
Viaggia più veloce chi viaggia da solo.
Naturalmente, gli uomini amano vedere cose nuove e viaggiare.
Ecco la sciagurata formazione: i genitori avanti, i due figli sui sedili posteriori, a litigare per l'intera durata del viaggio.
Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato.
Solo chi si muove apprezza le soste e non conosce la noia.
Morte: il piacere di fare un viaggio senza valigie.
Quando si è in viaggio, ricordate che un paese straniero non è progettato per farvi stare comodo. È stato progettato per rendere comodo il proprio popolo.
Ci sono molti modi di arrivare. Il migliore è quello di non partire.