L'uso corregge le leggi.
I grandi uomini al centro dell'attenzione generale sono meno temuti a causa di un certo senso di saturazione.
La gloria disdegnata ritorna talvolta, a tempo debito, accresciuta.
Non sappiamo sopportare né i nostri vizi né i loro rimedi.
L'animo preferisce la vittoria alla pace.
L'abbondanza genera fastidio.
Ogni legge che lascia il meno d'arbitrio ai giudici e ai tribunali è la più perfetta.
In assenza di pianificazione, la legge della giungla prevarrebbe.
È pericoloso dire al popolo che le leggi non sono giuste, perché obbedisce proprio per il fatto che le crede giuste. Perciò bisogna dirgli al tempo stesso che deve obbedire loro perché sono leggi, così come deve obbedire ai superiori non perché sono giusti, ma perché sono superiori.
Spesso il primo sentimento che si presenta in morale non è il migliore per la legislazione, chiave che spiega i motivi e i pretesti di molte cattive leggi.
Essere completamente liberi e, allo stesso tempo, completamente dominati dalla legge è l'eterno paradosso della vita umana.
Nessuna legge, per quanto rigorosa, può rendere il pigro attivo, il dissipatore previdente o l'ubriaco sobrio.
Ogni legge è inutile e anche fatale, se la nazione non è degna della legge e fatta per la legge.
L'italiano rispetta la legge soprattutto se coincide con i suoi interessi.
Perché, o stolti, far birberie fuor della legge? c'è tanto posto di farne dentro!
La legge deve esprimere l'aspirazione generale, promuovere l'utile di tutti, rispondere a un battito del cuore della Nazione. La Nazione intera deve esser dunque, direttamente o indirettamente, legislatrice.