Se non c'è volontà non c'è colpa.
Tanto minore è il pericolo, quanto minore è la paura.
Una pace certa è preferibile e più sicura di una vittoria sperata.
Delle sventure pubbliche ci accorgiamo solo quando coinvolgono gli interessi privati: nulla in esse ci tocca più profondamente che la perdita del nostro denaro.
È pericoloso, data la facilità con cui si sbaglia, vivere puntando solo sull'onestà.
La paura di una minaccia esterna, massima garanzia di concordia, teneva uniti gli animi, anche se non mancavano reciproci sospetti e ostilità.
La mancanza di volontà di vivere, che oggi dilaga endemica, è l'unica malattia certamente mortale, alla quale non ci sarà rimedio in eterno.
A volte la differenza fra star bene e star male è piccolissima ed è anche una questione di volontà.
Trenta monaci e il loro abate non possono far ragliare un asino contro la sua volontà.
Non esistono condizioni ideali in cui scrivere, studiare, lavorare o riflettere, ma è solo la volontà, la passione e la testardaggine a spingere un uomo a perseguire il proprio progetto.
Sempre più chiaramente obbiettivandosi di grado in grado, la volontà agisce tuttavia ancor del tutto incosciente, come oscura forza impulsiva.
Una volontà forte vince sempre.
Quasi nessuno sa cosa non vuole, e meno ancora cosa vuole.
Le proverbiali montagne che la fede muove non sono niente in confronto a ciò che fa la volontà.
Il suicida è uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita.
Chi non raffrena la volontà colle bestie s'accompagni.