Vi mostrerò la paura in una manciata di polvere.
Aprile è il mese più crudele, genera Lillà da terra morta, confondendo Memoria e desiderio, risvegliando Le radici sopite con la pioggia di primavera.
Il fiume è dentro di noi, il mare tutto intorno a noi.
In un minuto c'è il tempo per decisioni e scelte che il minuto successivo rovescerà.
Il tempo presente e il tempo passato forse sono entrambi presenti nel tempo futuro.
La profezia è la più gratuita forma di errore.
L'origine della paura è nel futuro, e chi si è affrancato dal futuro non ha più nulla da temere.
La guerra moderna alle paure umane, sia essa rivolta contro i disastri di origine naturale o artificiale, sembra avere come esito la redistribuzione sociale delle paure, anziché la loro riduzione quantitativa.
La paura del pericolo è diecimila volte più agghiacciante del pericolo stesso: il peso dell'ansia ci pare più greve del male temuto.
La paura segue il crimine, ed è la sua punizione.
La paura è uno strano terreno. Vi cresce soprattutto il grano dell'obbedienza, in file facili da sarchiare. Ma talvolta vi crescono le patate della sfida, che si sviluppano sottoterra.
Le concessioni dei deboli sono le concessioni della paura.
La paura è sempre inclinata a veder le cose più brutte di quel che sono.
Vi esorto solo a non farvi governare dalla paura.
Tanto minore è il pericolo, quanto minore è la paura.
Non è il potere che corrompe, ma la paura. Il timore di perdere il potere corrompe chi lo detiene e la paura del castigo del potere corrompe chi ne è soggetto.