Il mistero dà fuoco e tensione a ogni nostra parola.
Se c'è qualcosa di ancor più raccapricciante del destino, è l'uomo che lo sopporta senza alzare un dito.
Alcuni non possono fare a meno di sbagliare la strada, perché per essi non esiste una strada giusta.
Il blocco non parteggia per lo scultore, è contro di lui.
Ciò che è tipico ci lascia freddi, soltanto l'individuale ci fa rabbrividire.
Ci sono tante diverse specie di stupidità, e il senno non ne è la peggiore.
La cosa più insignificante racchiude un po' d'ignoto. Troviamolo.
Il mistero della morte è il mistero fondamentale di ogni religione, essendo il mistero fondamentale della nostra stessa esistenza.
Solo da ciò che sembra perfettamente chiaro da toccare con mano, può procedere l'alta virtù del mistero.
Se un bambino deve tenere vivo il suo senso innato di meraviglia, ha bisogno della compagnia di almeno un adulto con cui condividerla, riscoprendo con lui la gioia, l'eccitazione e il mistero del mondo in cui viviamo.
Per quanto riguarda la deduzione degli effetti dalle cause si presenta spesso una difficoltà insormontabile: non si conoscono affatto le vere cause.
Il mistero, nella vita, è grande, e il meglio che ci sia da fare, è quello di stare stretti più che si possa agli altri, cui il medesimo mistero affanna e spaura.
All'uomo più saggio, ampia com'è la sua visione. La Natura resta di una certa infinita profondità, di una certa infinita espansione e tutta l'esperienza finora raggiunta limita se stessa a pochi secoli calcolati e miglia quadrate misurate.
Ma dovrebbe pur essere possibile far capire ai giovani che la verità non è soltanto bella ma è piena di mistero e che non occorre darsi al misticismo per vivere delle meravigliose avventure.
L'impressione del misterioso, sia pure misto a timore, ha suscitato, tra l'altro, la religione.
Manina chiusa, che nel sonno grande stringi qualcosa, dimmi cosa ci hai! Cosa ci ha? cosa ci ha? Vane domande: quello che stringe, niuno saprà mai.